Biografia

Lisetta Carmi

Genova 1924

Vive a Cisternino

 

Dopo aver interrotto una carriera da pianista ed essersi avvicinata alle cause dei lavoratori, dagli anni ’60 Lisetta Carmi si dedica a ritrarre soggetti e realtà poco rappresentate. Le sue fotografie, tra le prime a introdurre un approccio artistico nella documentazione fotografica, mettono in luce le tensioni tra classi, di genere e tra erotismo e potere.

Nella serie Il parto (1968), che deriva da una commissione dell’ospedale di Genova, l’artista sceglie di allontanarsi dalla narrazione retorica della nascita, costringendo lo spettatore a confrontarsi con la corporalità del parto e con i suoi fluidi. Il corpo della donna è presente anche nella serie Erotismo e autoritarismo a Staglieno (1966), in cui Carmi ritrae le statue femminili presenti nei monumenti funebri del cimitero di Genova. Attraverso particolari angolazioni, le sue immagini mettono in risalto il perbenismo della borghesia e i paradossi degli stereotipi religiosi, anche in relazione alla narrazione sotterranea e pervasiva sul ruolo della donna. Gli scatti raccontano di una società patriarcale, dove i protagonisti dei gruppi scultorei sono i maschi di famiglia.

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Lisetta Carmi, veduta dell’allestimento, Quadriennale d’arte 2020 FUORI

Foto DSL Studio

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Lisetta Carmi, veduta dell’allestimento, Quadriennale d’arte 2020 FUORI

Foto DSL Studio