Biografia

Tomaso De Luca

Verona 1988

Vive a Berlino

 

Tomaso De Luca esplora l’interazione tra lo spazio architettonico e i corpi che lo attraversano, sottolineando come architetture e infrastrutture urbane iscrivano in loro stesse meccanismi coercitivi che normano il movimento.

Con Die Schlüssel des Schlosses (Le chiavi del castello) (2020), De Luca propone un’analisi dello spazio del potere. L’artista costruisce una struttura non finita che ricorda il padiglione progettato da Mies van der Rohe per l’Esposizione universale di Barcellona del 1929. Nel padiglione di De Luca convivono maquette di castelli contemporanei con le atmosfere dei monolocali e dei prefabbricati odierni. L’installazione commenta le differenze delle condizioni di vita nel pianeta, sempre più marcate dall’architettura. Da un lato, il modello della gated community, quartieri progettati per i ceti abbienti, protetti da mura come fortezze, che diventano baluardi del privilegio; dall’altro il prefabbricato, unità standard a basso costo progettata per persone in emergenza abitativa ma che spesso diventa residenza perenne. In una breccia del padiglione, un video mostra alcune piante distorte di Palazzo delle Esposizioni, su cui De Luca è intervenuto per affermare azioni simboliche di guerriglia attraverso cui espugnare il divario economico nella società contemporanea.

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Tomaso De Luca, veduta dell’allestimento, Quadriennale d’arte 2020 FUORI

Foto DSL Studio

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Tomaso De Luca, veduta dell’allestimento, Quadriennale d’arte 2020 FUORI

Foto DSL Studio