Biografia
Diego Marcon
Busto Arsizio 1985
Vive a Milano
La ricerca di Diego Marcon si configura come un’esplorazione filmica che ruota intorno ad alcune figure archetipiche e topoi. Tra questi emerge l’infanzia, assunta come vero e proprio dispositivo di visione del mondo in ragione della sua natura ambigua, in grado di riassumere un punto di vista sentimentale e insieme opaco.
L’opacità della visione guida l’esplorazione della Casa del Fascio di Como messa in scena in Monelle (2018), attraverso un alternarsi di comparsa e scomparsa delle immagini, un processo che elimina il montaggio dalla fase di post-produzione del film e frammenta l’esperienza spaziale offerta allo spettatore. Bagliori illuminano spazi vuoti o popolati da presenze inquietanti di bambine, ritratte in uno stato di immobilità, quasi sempre addormentate, o di figure di adulti animate in computer grafica. La visione è repentina e fugace e carica lo spettatore di una frustrazione derivante dalla difficoltà di trattenere l’immagine e dal desiderio di interrogare ancora lo schermo nero.