Biografia

DAAR - Sandi Hilal - Alessandro Petti

Verso un Ente di Decolonizzazione, 2020

Progetto di Sandi Hilal e Alessandro Petti (DAAR)

Dossier fotografico di Luca Capuano

 

Nel 1940 il regime fascista istituì l’Ente di colonizzazione del latifondo siciliano, seguendo il modello dell’Ente di colonizzazione per la Libia, e delle architetture coloniali in Eritrea e in Etiopia. Territori che per il regime erano da bonificare, modernizzare e ripopolare, in quanto considerati vuoti, sottosviluppati e arretrati. A tale scopo l’Ente di colonizzazione del latifondo siciliano inaugurò otto borghi e altrettanti rimasero incompiuti. Oggi la maggior parte di questi borghi sono andati in rovina. Ciò che in Italia però non sembra essere in rovina è il persistere di una retorica, cultura e politiche di matrice coloniale e fascista. Nonostante la caduta del fascismo la de-fascistizzazione dell’Italia rimane un processo purtroppo incompiuto. Questo è uno dei motivi per cui ancora oggi l’Italia ha mantenuto visibili architetture, monumenti, targhe e una toponomastica che celebrano il regime fascista. Inoltre l’Italia – avendo perso i suoi possedimenti coloniali durante la Seconda guerra mondiale – non ha mai intrapreso un reale processo di decolonizzazione.

Nel 2017, la nomina di Asmara, capitale dell’Eritrea, a patrimonio Unesco dell’umanità per la sua architettura fascista e coloniale costruita durante il periodo di occupazione italiana, ha posto una serie di domande fondamentali sia per gli ex-colonizzati che per gli ex-colonizzatori: chi ha il diritto a preservare, riutilizzare e rinarrare l’architettura coloniale fascista?

L’installazione presentata per la Quadriennale d’arte 2020 FUORI a Palazzo delle Esposizioni, sede della Prima mostra internazionale d’arte coloniale (1931) e di altre mostre di propaganda del regime, propone di ripensare i borghi costruiti dal fascismo in Sicilia a partire dalla nomina di Asmara come patrimonio dell’umanità. L’installazione è il primo intervento verso un Ente di decolonizzazione che sarà costituito da coloro che avvertono l’urgenza di mettere in discussione un’ampia eredità storica, culturale e politica intrisa di colonialismo e fascismo, e iniziare dunque un percorso comune verso nuove pratiche di decolonizzazione e riparazione.

 

Ricerca: Emilio Distretti, Husam Abu Salem

Graphic design: Diego Segatto, Rosanna Lama

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DAAR – Sandi Hilal – Alessandro Petti, veduta dell’allestimento, Quadriennale d’arte 2020 FUORI

Foto DSL Studio

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DAAR – Sandi Hilal – Alessandro Petti, veduta dell’allestimento, Quadriennale d’arte 2020 FUORI

Foto DSL Studio